Dopo il Forfait di Bill si rinuncia a Normandia e Bretagna e si punta sul Belgio. Partenza da Orio e arrivo a Charleroi circa 16,30. (Ryanair 170 A/R testa) Mentre aspettiamo ci viene il dubbio di aver prenotato due volte, Paolo ed io, lo stesso alloggio a Dinant dato che avevo ricevuto una mail con tutte le indicazioni. No era solo in copia. Confusione per troppe ricerche e prenotazioni volo, auto case... Sbarcati, si cerca dov'e' il noleggio dell'auto prenotata (312 €). Dalla mappa sembra lontana invece e' proprio li'. Basta chiedere. Paolo preferisce il cambio automatico. Ci danno una SKODA Octavia. Bel bagagliaio ma posti dietro un po' stretti. Per le ragazze, allacciare le cinture sara' ogni volta un esercizio acrobatico. Come si mette in moto ? Piccolo mistero ma a tentoni si risolve, come pure l'uscita dal parcheggio. Destinazione Dinant a sud di Charleroi, si arriva costeggiando nell'ultimo tratto la Mosa. In citta' inizia il problema parcheggio che si rivelera' essere problematico e costoso in tutto il Belgio. Ma questa volta ci va di c..o e uno ci regala un biglietto valido sino al giorno dopo. L'appartamento e' al terzo piano senza ascensore e scale ripide.
Si esce per la cena inizia a far buio. Al solito trovare qualcosa che vada bene a tutti e' difficoltoso. Si opta per un ristorante arabo “La Medina”. Accettabile.
Colazione nel baretto consigliato dai proprietario dell'alloggio. Piccola fregatura. Iniziamo il giro dalla Collegiata di Notre-Dame, con il caratteristico campanile a bulbo. Ha una vetrata azzurra tra le più alte d'Europa e il pulpito settecentesco.
Andiamo alla cittadella, un fortino di difesa, che sovrasta la citta', trasformato in museo. Ci sarebbe un bel panorama da vedere, ma si paga per entrare. Rinunciamo protestando. Qualcuno visita un cimitero di caduti in guerra.
Prima di dirigersi verso Namur passiamo attraverso la strettoia naturale di RocherBayard, famosa per la guglia.
NAMUR Arrivo a Namur, capitale della Vallonia. A prima vista non sembra granche. Posteggiata la macchiana arriviamo in piazza des Armes con le buffe statue di Djoseph et Françwés, personaggi fumettistici disegnati nel secondo dopoguerra da Jean Legrand. Il primo tiene alle briglie una lumaca affinché non corra troppo incontro a una sua gemella ingabbiata dall’amico per evitare fughe impreviste. Opera che allude alla vetusta nomea di capitale lenta e sonnacchiosa.
Giriamo a caso tra le vie con lavori in corso. Marci si ferma in un negozio di articoli da disegno. Si vuol vedere a tutti costi la Cattedrale di Saint-Aubain di meta' settecento, un misto di Barocco e neoclassico. Velocissima incursione: niente di che.
Si riprende la macchina e si punta su Liegi. LIEGI L'ingresso in citta' non e' complicato. Complicato e' trovare parcheggio e come fare per entrare in casa. Aperto il locker, con la chiave c'e' un Tag ma dove appoggiarlo?. Le istruzioni non sono chiare. Dopo vari tentativi, non e' sul "citofono" del portone ma quello sulla porta interna (che non si vedeva). E' "solo" al secondo piano ma le scale sono sempre ripide e l'ascensore non c'e'. L'appartamento e' carino ma tutti i letti sono su soppalchi con scaletta ripida. Silvia dormira' sul divano in sala. Paolo aspetta in strada un parcheggio che non c'e'. Ne troviamo uno ma dicono che bisogns pagare con una App. Rispostiamo la macchina, ma fortunatamente poco dopo c'e' un parcheggio sotterraneo a pagamento. Ogni volta saranno ticket 20 e 24 euro a notte. Prima meta la scalinata della Montagna di Buaren. Un po' affollata da una discesa di ragazzi.
Silvia vuole assolutamente mangiare le Boulet qui la ricetta E' un po' presto per la cena quindi entriamo per un aperitivo, ma poi una cosa tira l'altra e finiamo per restare e mangiamo li'. Di notte pioggia torrenziale e la si sente picchiare sul tetto.
Paolo ci racconta che di notte non riusciva piu' ad aprire la porta della camera per andare in bagno. Nel frattempo cerchiamo di pianificare l'arrivo ad Anversa. La padrona chiede la tassa di soggiorno e un deposito cauzionale. Non avevo letto la mail di accompagnamento dopo la prenotazione pensando che fosse tutto a posto. PRO MEMORIA: CONTROLLARE e LEGGERE SEMPRE TUTTO !!! Ma a parte dei "sacramenti", dovuti ai bonifici, il tutto si risolve. Si riprende la macchina e si va alla stazione ferroviaria progettata da Santiago Calatrava I colori delle volte visti dall'esterno non mi convingono, dall'interno invece cambiano. L'arancione diventa giallo e accostato al rosso crea un diverso effetto cromatico. La stranezza e' che nella foto non recenti i pannelli di vetro non sono colorati ma trasparenti!.
LOVANIO
Arrivati in centro dopo un posteggio in strada si cerca dove mangiare. Finiamo in una "pizzeria" a prezzo fisso gestita da un italiano e da una simpatica domenicana-friulana. Io mangio una Napoli. Marci una cotoletta. Pizza non male.
Ritorno alla macchina: si va di qua dice Paolo con l'inseparabile guida, io seguendo maps dico di la'. Ci separiamo. Credo che Paola abbia corso dato che arriva prima delle due girl e si siede in macchina.MECHELEN
E' piu' piccolo e forse meno interessante di Lovanio. Ho sete e propongo sosta com birra o altro in un tipico pub. Chinotto ? Cos'e'? Aranciata ? Yes! Andiamo verso la cattedrale di San Rombaldo anche se è tardi Pensiamo sia chiusa ma riusciamo ad entrare da una porticina grazie ad un italiano che stava uscendo. Molte statue e dipinti sono ricoperti da teli bianchi (??)
ANVERSA (Antwerpen)
Si riparte, destinazione finale Anversa dove abbiamo gia' prenotato l'appartamenteo per 2 notti. Arriviamo che inizia a far buio e al solito problematico per il posteggio. Novita': siamo in un quartiere di ebrei Haredi tutti rigorosamente vestiti di nero con cappello, peyot (o peot o cernecchi) e frange 'zizzit' pendenti dalla maglia indossata sotto la camicia. La casa appare mediocre ma c'e' l'ascensore anche se ci procura alcune perplessita'. Marci sale a piedi al secondo piano, Paolo aspetta in macchina. Noi prendiamo l'ascensore: pigiamo 2. Pulsantiera insolitamente bassa (anche x bambini?) Arrivati al piano, Marci non c'e' ma su una targhetta leggiamo sesto piano. Oibo'!. Disorientamento. Lascio Silvia e Raffa e ridiscendo a piano terra. Premo il 4 e effettivamente mi porta al quarto. Dunque: se schiacciando 2 vado al sei, forse schiacciando 6 arrivo al 2. Ed e' cosi'. Mistero buffo. Un falso contatto che verra' presto risolto. Ceniamo in ristorante arabo vicino alla stazione ferroviaria,si ordina compilando il menu da un totem.
A piedi in ca 30', attraversando un parco, andiamo al museo di belle arti. Koninklijk Museum voor Schone Kunsten. Curiosita': e' stato fondato da Napoleone nel 1810. Poco prima una strana facciata.
All'edificio antico e' stata aggiunta un'ala moderna e il percorso e' alquanto labirintico. Anche l'accostamento dei quadri puo' risultare sorprendente. Come tutti i grandi musei il rischio e' quello di saltare opere notevoli. E credo mi sia successo. Una pausa ogni tanto e' doverosa. QUI FOTO DI ALCUNI QUADRI Dopo il museo pranzo in un ristorante vietnamita.
e statua del soldato romano che, come narra la leggenda, taglio' la mano ad un gigante da cui deriva il nome della citta' che in fiammingo è Antwerp, da hand (mano) werpen (tagliata). Per i golosi sosta, per Gaufre o Waffel, pausa che sara' ripetuta nei prossimi giorni. Mentre aspetto giro intorno e su una piazza vedo la statua dell’artista Tist, un omaggio a Nello e Patrasche, orfanello e suo fidato amico a 4 zampe protagonisti di un racconto di fine ‘800. e di fronte uno dei tanti negozi di birra Una capatina alla Schelda e al castello Dietro front e ci dirigiamo verso la famosa stazione ferroviaria con i binari su diversi piani. L'atrio e' molto bello in stile liberty.
Una comitiva di "old madam" mi chiede di fare una foto con un loro cell. Peccato che non riesco a farla io con tutte. Mi immagino al loro posto tra non molto. Ma chi spingera' la carrozzella? Comunque questo e' un anticipo.., Seduti sulla panchina, dopo un po' di tira e molla sulla cena da fare a casa: tonno e fagioli o pasta con tonno. Paolo propone pasta con tonno e cipolla. Obbietto sulla cipolla nella pasta. Paolo e Silvia mi convincono. Ma poi marcia indietro. Raffa non vuole pasta e Paolo si adegua. Vada per tonno e fagioli. Ma fa freddo e ci ripenso. Vorrei una pasta calda. Discussione e divisione: 2 tonno e fagioli, 2 paste con tonno e Marci minestrina.
Le case prenotate sono finite e si propone il problema di dove dormire nei prossimi giorni. Quello che temevo, comincia a delinearsi. Discussioni in corso d'opera: dove, costi, tipo di alloggio etc. La tappa successiva doveva essere Bruges. Ma i costi sono molto alti, anche nei dintorni. Propongo di fare base ad Anversa e muoversi con la macchina avanti e indietro, le distanze non sono eccessive un centinaio di chilometri. Ma la casa non e' piu' disponibile. Paolo e Raffa vogliono un albergo trovando la casa poco "accogliente". Avercene, direi, ma lo sò, sono pochissimo esigente. Marci trova un hotel: A Stay non distante da dove siamo. Il prezzo a testa non è alto: 45 a notte ma piu' del doppio della camera dove eravamo: 20 a notte. Lasciato l'appartamento ci ririgiamo a Bruges 109 km passando per Gand. Ho aspettative per Bruges che non saranno confermate. Venezia del Nord ? Ma Va ! Bellina ma... Giorno uggioso con pioggia a intervalli. Entriamo in Bruges attraverso un arco, giriamo intorno alla citta' e posteggiamo. Attraversiamo un ponte sopra una "roggia" il Kapucijnenrei di un verde acceso. Raffa: uova di rana. Non credo, a me sembrano vegetali. Controllo internet: infatti, Kapucijner = pisello dei campi.
E' la volta di un'altra chiesa quella di Nostra Signora, con campanile molto alto tanto che non si riesce a inquadrarla tutta. Custodisce, come aveva anticipato Silvia, l'unica opera di Michelangelo all'estero, una madonna con bambino: scivola o non scivola ? Non scivola dato che appoggia un piede su qualcosa.
Alla sera cena al ristorante greco Athene. Io souvlaki di pollo e maiale. 141,50 € in 5. In camera non trovo il cellulare che credevo nello zaino. Caduto? Dimenticato? perche' credendo esaurita la carica non l'ho piu' usato. Fa due squilli ma poi tace. Era scarico o no? La posizione mi indica l'ultima posizione la piazza De Burg. Non e' per il cell ma per i dati e tutte le foto e commenti fatti sui quadri visti e altro...
Con Paolo ci eravamo accordati per le otto a colazione, ma le ragazze avevano fissato 8,30. Io nel frattempo cerco di mettermi in contatto con l'ufficio oggetti smarriti. Mi danno un link dove posso vedere le foto degli oggetti trovati ma sino a qualche giorno prima. Intanto si fa tardi per il problema della tassa di soggiorno richiesta per l'ennesima volta e per recuperare 10€ sulla stanza di Paolo. Partiamo verso le 9,45 e puntiamo su Bruges per vedere se per caso.... Questa volta non passiamo per Gand, e il navigatore ci fa fare una provinciale. Bei campi con tante mucche. 1 h e 40 di viaggio. Entriamo in Bruges e Paolo riesce a parcheggiare in Oude Gentweg. L'orologio segna 11,20. Di corsa mi dirigo verso De Burg per fortuna mi ricordo la strada, facilissima ma affollatissima. Chiedo ai vari negozi che si affacciamo sulla piazza ma niente. Non avevo fiducia ma era meglio provare. Ritorno di nuovo di corsa. Ci ho messo, esagerando 40'. Ripartiamo per Knokke Heist 30'. Posteggiamo e il biglietto del posteggio segna 12,20. Al massimo al gruppo avro' fatto perdere 1h e 30'. Tempo che invece verra' giudicato ridicolo. Pazienza. Knokke Heist e' il punto di partenza di un tram il Kusttram che collega i due estremi della costa belga,lungo 67 km. Peccato che del mare non si veda quasi nulla. Impiega quasi un'ora ad arrivare ad Odessa.Marci e' incaz... anche perche' non vede nulla e voleva fermarsi sul mare a mangiare ostriche. Infatti avrebbe preferito usare macchina per decidere meglio meglio dove fermarci. E' gia' l'una e mezza passata. Decidiamo di scendere a De Haan. La fame bussa, mangiamo un panino in una panetteria. Il tempo per fortuna e' bello.
Dove cenare? E' quasi buio vorremmo vicino al museo sperando che ci siano ristoranti. Ma ci allontaniamo e posteggiamo dove troviamo. Vado in avanscoperta verso una piazza dove ho visto degli ombrelloni. Li' non fanno da mangiare, solo birra, ma mi indicano un localole proprio accanto. Kapitein Zeppos (dal nome di una serie TV per bambini anni 6o') Arrivano anche gli altri e fortunatamente acconsentono. E' pieno, buon segno, e c'e' pure un tavolo libero. Anzi due rotondi. Il cameriere e' simpaticissimo e addirittura Paolo lo abbraccia, non ho colto il retroscena. Io ordino le cozze abbondanti e grandi ma non particolarmente saporite. ùGli altri cannelloni Sino ad ora la cucina belga nel complesso mi ha deluso.
E' la Volta di Gand solo 60 km da Anversa. E' domenica e meno male non paghiamo il parcheggio, tranne una telefonata di Marci che pone un dubbio, ma poi rientrato. Fotografo una posizione alla fine della strada per rintracciare la macchina.
Marci se ne va per i fatti suoi e si inizia a girare. C'e' una maratona che attraversa la citta' e ci costringe un po' ad aspettare. Davanti alla chiesa di San Nicola c'e' sul tetto di una casa un buffo gruppo di statue danzanti. Ci documentiamo ed e' la Metselaarhuis (Masons' Guild Hall) del XVI secolo ovvero era la sede della Gilda dei muratori. Le sei figure simulano il ballo ma sono ancorate. Ovviamente, per abbellire la facciata, al pianterreno un fast food.title="Gand">
Avevamo riservato questa mattina per vedere ancora qualcosa di Anversa. Giorno sbagliato perche' chiusura dei musei. Paolo Raffa e Silvia vanno alla casa di Rubens, io vorrei vedere la parte nord con i bacini, Marci a zonzo. Appuntamento per le 12 al garage. A piedi verso la periferia, tutte le periferie in fondo si assomigliano. Attraverso la zona dei bacini con capannoni e quartiri popolari.
Entro curiosando in un LIDL: molto sgarruppato. Arrivo sino alla Havenhuis o casa del porto della architetta Zaha Hadid. E' un incastro, nel senso letterale, tra antico e moderno. Non mi piace, lo trovo troppo dissonante e non ben integrato, Pur essendo notevole la parte ingegneristica. L'edificio vorrebbe essere un tributo ad Anversa: la nave e i diamanti. La forma della nave pero' la si apprezza solo da particolari punti di vista, da altri sembra solo incombere.
Sotto una pioggerellina mi incammino verso la piazza della stazione. Sono in anticipo ed entro nel giardino di fianco alla stazione.
Partenza per BRUXELLES.
Cerchiamo di raggiungere l'indirizzo con maps ma la zona non e' accessibile alle auto. La casa si affaccia su una grande piazza. Di fronte un palazzo in ristrutturazione
Gia' il titolo preannunciava e la conferma viene dal cameriere spagnolo che parla italiano. Mi lascio tentare per la seconda volta delle Moules: piccole e poche (ovvio dato il prezzo). Delusione anche stavolta. Si torna a casa. A nanna.17 settembre martedì
In quattro andiamo con la metro che e' sotto casa all'Atomium Marcella non si aggrega e va a spasso per mercatini e alla chiesa di Notre Dame du Sablon, che io non vedro'.
L'atomium e' una costruzione del 1958 che vorrebbe ricordare la struttura del cristallo di ferro. Otto sfere, piu' una centrale, il tutto "appoggia" su un vertice del cubo e non e' facile intuirne la struttura. Alcuni operai acrobatici stanno lucidando la superficie esterna All'interno spiegazioni e installazioni luminose.
Durante la visita ciascuno ha i suoi tempi, io soprattutto, ma all'uscita mi ritrovo con Marci e insieme puntiamo verso la cattedrale dedicata a san Michele e Gudula. Mi interessano le statue in pietra degli apostoli in grandezza piu' che naturale con i simboli dei relativi martiri di color oro. Anche qui un pulpito barocco in legno.
Ritrovo nella grande piazza. Si cena in casa io al Carrefour compro vino e formaggi. Avrei riservato Bruxelles una visita a se', un'altra volta, di almeno una settimana. Ma ero in minoranza. Quindi niente museo d'arte moderna (MIMA)e quello di Scienza naturali.18 settembre mercoledi'
Prima di lasciare Bruxelles una capatina all'esterno del Parlamento Europeo. Boh. Paolo non vuole mancare Waterloo. L'unica cosa interessante e' il grande modellino in scala della battaglia.
Abbiamo tempo e andiamo a Marcinelle. Luogo della tragedia dell'8 agosto del 1956 in cui morirono 262 persone tra cui 136 lavoratori italiani. La miniera non esiste piu' e il sito e' diventato un museo non solo della memoria ma anche della industria locale: LE BOIS DU CAZIER del vetro e della importanza della produzione della soda Solvay ovvero del bicarbonato.