Tutto e' iniziato con una mail di Paolo:
...e vengo alla proposta pensata da qualche giorno : Sergio perche' non partiamo noi 2 per il Portogallo e
ce lo facciamo da nord a sud escludendo Lisbona con i mezzi pubblici, magari arrivando a Porto con l'aereo ? Il mese di ottobre è l'ideale,
20° di temp. garantiti ! Pensaci,giuro con me non porto ne armi ne coltelli.
Seguono scambi di mail e telefonate: Dall'aereo con noleggio macchina si passa al viaggio in macchina poi con auto e bici sul tetto e infine al camper con bici e pure con Dante.
16 ottobre lunedi'
Si parte. Io e Dante, con il camper di Miki raggiungiamo Paolo che arriva a Voghera. E' da qualche giorno che ho una specie di ansia.
Non so se e' per il camper che non ho mai guidato o per il viaggio lungo o cosa altro, sta di fatto che non sono del tutto sereno.Premonizioni ?
La "casco" che avevo programmato di fare poi non l'ho fatta.
Raccogliamo Paolo e la sua bici con un po' di ritardo. SMS: Non vedo camper! Lui e Dante non si conoscono ma confido sul fatto che entrambi sono uomini di vela avvezzi alla
convivenza in spazi ristretti. Ma il camper si rivelera' piu' che ristretto rispetto ad una barca.
Il viaggio inizia con un piccolo imprevisto. Invece di ritornare sulla A7 a Voghera le indicazioni verso Austostrada ci indirizzano sulla Piacenza Alessandria. Pazienza, e' solo un allungamento di poco conto.
Lasciamo il Piemonte poi la Liguria e verso le tre attraversiamo il confine. La meta prevista per la prima tappa e' Arles poi si vedra'
Superato il casello di Nizza sentiamo uno strano rumore e al momento non capiamo da dove, ma il camper tende leggermente a destra.
Rallento e mi accosto alla corsia di emergenza, riparto piano, Paolo scende e dice che il rumore viene dalla ruota posteriore destra.
Riprovo ad andare avanti ma questa volta il camper non ne vuole sapere e si blocca. Ci guardiamo desolati. Telefonate frenetiche per capire cosa fare e come.
Mannaggia al francese. Riesco a contattare il soccorso stradale, in qualche modo spiego la situazione, dove ci troviamo e che si tratta
di un camper. Aspettiamo. Arriva un carro attrezzi, ma e' troppo piccolo e ne chiama un altro.
Con un po' di manovre lo carica e ci porta al deposito di Nizza. Arriviamo che e' buio. Al momento non si puo' fare nulla occorre aspettare il giorno dopo il meccanico.
Chiediamo di poter dormire sul camper. Un po' speriamo che si tratti di un guasto facilmente riparabile ma il pessimismo suggerisce di non farsi illusioni.
Cuciniamo e ci prepariamo per la notte, per fortuna nell'area ci sono dei servizi confortevoli.
17 ottobre martedi'
Riseveglio. La prima notte e' stata un po' dondolante. Non siamo abituati al fatto che i movimenti nel letto si trasmettono da poppa a prua e
viceversa.
Aspettiamo il meccanico. Il quale non parla italiano ma capiamo che bisogna ordinare dei pezzi e che fara' un preventivo.
Lascio il mio numero di telefono, e aggiungo +39.
Cerchiamo un bar per la colazione ma facciamo fatica a trovare chi ha i croissant.
Dopo discussione se fermarci al camper, decidiamo di trasferirci in un hotel. Certchiamo su internet e prenotiamo all'IBIS vicino all'aereoporto.
Le biciclette si rivelano molto utili.
Scopriamo che Nizza non e' in piano e il garage e' in alto. Scendere e' facile.E' la salita che si rivelera' impegnativa.
Facciamo tutta la Promenade des Angleis sino all'albergo. Camera per 3 a 65 € notte due letti singoli e un soppalco. dante si prenota per il soppalco.
Riprendiamo le bici e andiamo a fare spesa al supermarket Casino. ,on lo sappiamo ma diventera' l'appuntamento fisso dei giorni a seguire.
Mangiuncchiamo in riva al mare e osserviamo alcuni temerari fare il bagno.
Che fare ? Rifacciamo la promenade verso est sino al porto turistico. Leghiamo le biciclette e ci incamminiamo a piedi su per il Parco del Castello.
un cartello dice che i giardini chiuderanno alle 18. Sara' vero ? Contiamo sulla segnaletica all'italiana e saliamo.
Ma siamo in Francia e dopo un po' due poliziotti ci invitano ad uscire.
Ormai e' buio e ritorniamo in albergo, facendo per la terza volta i sei chilometri e tappa al Casino.
Apparecchiamo sul letto e Paolo fa zapping sullo sport in TV.
17 ottobre martedi'
18 ottobre mercoledi'
Prendiamo atto che i sei euro chiesti in albergo per la colazione proposta sono esagerati percio' via con le bici e ci dirigiamo
verso il centro.
Cominciamo a girare contromano e sui marciapiedi, modalita' che diventera' una costante. Un po' per i lavori che stanno facendo
sulle strade, un po' perche' andiamo ad occhio (e non sempre funziona)
Adocchiamo una panetteria che propone la petit dejeuner a 2,50€ e Paolo trova li' vicino persino il Corriere.
Dato che la "panettaia" e' altrettanto appetitosa dei dolci in vetrina,
fantastichiamo su mulini e infarinature varie.
Meta della mattina e' il MAMAC museo d'arte moderna e contemporanea.
Lasciamo le bici sul lungomare e attraverso la citta' vecchia, passiamo dal mercato e andiamo a piedi sino al museo.
Ingresso 10€ con possibilita' di entrare negli altri musei entro 24 h.
Io sono veramnente interessato, Paolo cosi' cosi' Dante per nulla. (insomma Aldo Giovanni e Giacomo al museo)
Vi sono opere di :
YVES KLEIN e
CESAR (BALDACCINI)
- -
ARMAN --
NIKI DE SAINT PHALLE
Discutiamo a lungo su un'opera di Arman (?). Ma il televisore e' parte dell'opera o no ? Dilemma. Paolo conclude che pero' i mobili non sono
mica nuovi. Tant'e' che li ha spaccati.
Ci lasciamo il tetto per ultimo (in cerca del WC) con tanto di foto ricordo
Fuori dal museo um'opera live di un artista sconosciuto e di quotazione incerta.
Ma l'arte mette fame e cerchiamo un ristorante. Attraversiamo il bel parco della Promenade du Paillon e decidiamo per un locale
dal nome non proprio francese (ma e' risaputo che Nizza era italiana...) Pasta Basta.
Decidiamo di tornare al parco del castello dal quale eravamo stati scacciati il giorno prima. Siamo incuriositi dal
cimitero ebraico che li' si trova.
Questa volta lo affrontiamo facendo le ripide scale che salgono dalla promenade. Ma vicino all'inizio, sorpresa.
Un ascensore gratis porta in alto. Gratis??!!.
Ma gratis non e' solo l'ascensore ! Una "fontana" distribuisce acqua gassata bella fresca.Paolo e'estasiato. Pensa un po' sti franzosi che spendaccioni.
Arriva l' ora di andare ad avere notizie del camper dato che non ci hanno chiamato. La salita e' dura. .
Quando arriviamo scopriamo che tutto e' fermo in attesa di una aqpprovazione alla riparazione e all'importo: 2295,82 euro.
Protestiamo per sapere perche' non ci hanno chiamato prima. Dicono che hanno provato ma che il numero era inesistente.
Ovvio non facevano il prefisso per l'Italia. Che altro fare ? Ok d'accordo, ma vogliono essere subito pagati prima di ordinare i pezzi.
Altre proteste inutili. Pago, ma i pezzi non arriveranno prima di 48 ore.
Siamo a mercoledi vuol dire che per venerdi difficilmenet ci saranno.
Ci assicurano che faranno il possibile per venerdi', Ma ci crediamo0 molto. Paolo pero' ci spera.
Torniamo pedalando desolati in albergo con la solita sosta al Casino per procurarci la solita cena: cuscus in vaschetta.
19 ottobre giovedi'
Messo il cuore in pace, prolunghiamo l'albergo di altri due giorni. E poi via a trovare la bella fornarina.
Facciamo il programma per oggi: museo Matisse. E' dall'altra parte della citta', ma non ci scoraggiamo e pedaliamo.
Quello che ci scoraggia e' la posizione elevata. Molliamo le bici ben legate e affrontiamo stoici la salita.
L'arrivo ci premia con un bel giardino conventuale.
Riusciamo ad entrare per un pelo nel museo sfruttando il biglietto del giorno prima: 20 minuti allo scadere delle 24 ore!
Devo dire che Matisse non mi piace un granche', anzi proprio poco poco. Azzardo a dire anche che non sa disegnare ( nel senso classico della parola).
Questo non e' un Matisse!
Pranzo-si fa per dire - in un chiosco del parco con giovane commessa da schiaffi.
Prima di scendere visita al Monastero francescano di CIMIEZ.
Riprese le bici andiamo, hainoi, in place Massena e ai giardini li accanto. Mettiamo le biciclette a ridosso dell'ufficio del turismo (chiuso).
Non ci allontaniamo di
piu' di tre metri da dove le accostiamo. Ma siamo distratti dai giochi delle fontane
dai ragazzini che ci scorazzano e da una poltrona girevole su binari.
Conclusione:fregano la bici di Dante da sotto il naso. Da non crederci!.Siamo un po' sbigottiti, nemmeno fossimo a Napoli (ma anche a Milano).
Vale proprio il detto che tutto il mondo e' paese.
Tre uomini e due biciclette. La prima cosa che ci viene in mente e' di informarci per le bici a noleggio del comune, almeno per tornare in albergo.
Scarpiniamo sino all'ufficio del turismo sulla Promenade. Ma il noleggio e' complicato. Ci indicano pero' un negozio di biciclette nuove e usate.
Riscarpiniamo praticamente oltre a dove eravamo.
Strada facendo individuo un negozio che vende roba usata. Che abbiamo anche biciclette ? Si'. Dante la prova ma non e' un gran che.
Andiamo al negozio indicato e li' , culo, c'e' ne e' una bella ad un prezzo molto ragionevole. Una sistematina ed e' pronta.
Quasi quasi ne compro una anch'io, cosi' Paolo la pianta di sfottere la mia. Ma niente da fare hanno solo quella.
Nel frattempo una crep al limone (potevano evitarcela). Un po' frastornati ma rinfrancati, con la nuova bici torniamo in albergo.Tappa al Casino ovviamente.
20 ottobre venerdi'
Mete di oggi sono la chiesa ortodossa e il museo Chagall. Delusione: la Fornarina oggi non c'e.
La chiesa ortodossa di San Nicola e' una via di mezzo tra una Saint Honore' e una meringata siciliana.
Tutto, interno ed esterno, corrisponde ai canoni
estetici dell'immaginario iconografico conosciuto. Ci dovra' essere qualche evento perche' ci sono preparativii in atto e via vai di macchine all'esterno.
Fermarci ad assistere ?
Rinunciamo alla curiosita' da piccoli turisti per caso.
La salita al museo Chagall in bicicletta e' impegnativa. Dopo un po' smontiamo e la facciamo a piedi spingendole su per diverse rampe a gradini.
Quando arriviamo le leghiamo alla cancellata ed e' allora che Paolo lancia un urlo. Lo zaino !
Ricostruisce di aver lasciato lo zainetto con dentro il cellulare ed altro sul muretto all'esterno della chiesa.
Ormai e' passata piu' di mezz'ora. Disperiamo di trovarlo ma bisogna tentare. Dovremo fare pero' un'altra strada e giu' via' per una lunga discesa.
Consultando la mappa riusciamo a trovare il percorso e, miracolo, lo zainetto e' ancora li'. Per oggi niente Chagall non ce la sentiamo di rifare la salita.
Puntiamo verso la stazione in cerca di un ristorante. Dopo averne scartati un po' entriamo in una patissier che ci ispira.
Ci facciamo coraggio e saliamo al garage sperando in cio' che non e' sperabile. E cosi' e'.
Prendiamo altre cose dal camper per i cambi e riscendiamo con sosta al solito Casino. Io mi faro' una tartare.
Discutiamo che fare i prossimi giorni visto che ormai sino a lunedi' non se ne parla.
21 ottobre sabato
E sono gia' 5 giorni che siamo fermi. Per fortuna il tempo e' bello e Nizza una bella citta con molte cose da vedere.
Prolunghiamo di due giorni il soggiorno all'IBIS ma dobbiamo cambiare stanza. Questo ha il letto matrimoniale.
Tiriamo a sorte per chi dorme solo sul soppalco: tocca a Dante.
Oggi ritentiamo
Chagall facendo un'altra strada si spera meno ripida, prima ovviamente sosta per la colazione.
Il museo si chiama precisamente:
Museo nazionale messaggio biblico di Marc Chagall
Non mi piacciono molto le opere esposte. "Salvo" queste:
Lo Chagall che preferisco e' quello degli anni '20, poetico, sognatore
ed evocatore dell'infanzia a Vitebsk. Come questo (che non e' al museo di Nizza)
Fuori dal museo Paolo e' spaparanzato sul prato a leggere il Corriere e lo intervistiamo
Ritorniamo a pranzo nella panetteria del giorno prima e poi un giro al porto.
Paolo vuole riprovare la goduria dell'acqua gassata gratis in cima al castello. Riprendiamo l'ascensore (quello gratis)
Si era portato anche una bottiglia vuota da riempire.... ma la fonte e' prosciugata... troppi sfaccendati di sabato! (improperi di Paolo censurati)
Si fa tardi e le guardie ci invato ad uscire. Di nuovo la Promenade, di nuovo il Casino e apparecchiamo in camera.
22 ottobre domenica
Oggi puntiamo ad ovest verso Gagnes sur Mer. L'idea non e' tanto quella di vedere il museo Renoir, ma di non fare piu' la promenade .
Il bel tempo permane e dopo una colazione in un bar affollato (con suggerimento di cosa scegliere da un francese dapprima indispettito) si va alla
villa museo di Renoir
E' la villa dove Renoir ha vissuto e morto. Contiene poche opere del pittore ma e' interessante immaginare la vita in quelle stanze.
Questo e' Renoir ma non e' un Renoir
La villa chiude a mezzogiorno e puntiamo sulla parte vecchia:
Haut de Cagne dove c'e' il Bilbao camping.
Un autobus (gratis ) ci porta in cima.
Visistiamo il castello dove c'e' un po' di tutto: una parte riservata alla cultura dell'olio, ad una mostra di arte contemporanea, alle stanze con soffitti tipici del settecento e..
Ci incuriosisce una stanza strabordante di ritratti della stessa donna:
Suzy Solidor una cantante assultamente sconosciuta in italia.
Io e Paolo mangiamo una pizza in piazza. Una pizza in francia ? Ci chiede stupita la signora
E' per vedere se siete all'altezza rispondiamo. Pizza buona ma non eccezionale
Aspettiamo il bus e ritorniamo in bicicletta a Nizza. Un occhiata al mare. Laggiu' (dall'altra parte) il Portogallo.
Alla sera io e Dante mangiamo al ristorante proprio dietro all'albergo che avevamo scoperto al mattino.
Pensavamo che nelle vicinamze non ce ne fossero ! Mannaggia). Paolo resta in camera perche' non vuole perdersi il gran premio in TV.
23 ottobre lunedi'
E arriviamo a lunedi'. E' gia' passata una settimana dalla partenza. Aspettiamo le 10 prima di telefonare al garage. Ovviamenete in pezzi non sono arrivati!
Paolo da' un po' in escandescenze. Lo capiamo ma i francesi dicono che dipende dall'italia Bho. Che fare ?
Rimanere a Nizza non se ne parla ormai l'abbiamo vista, letteralmente, in lungo e in largo. Andremo a Pietra Ligure con il treno almeno risparmiamo sull'albergo.
Riportiamo le bici al camper e per scendere prendiamo il tram ma alla fermata non riusciamo a fare i biglietti. Le monete non si infilano. Mica saliranno i controllori ci diciamo !!
Infatti ! Per fortuna mi accorgo in tempo che sono saliti da un'altra porta e via, giu' di corsa.
Possiamo prendere i biglietti solo per Ventimiglia poi dove dovremo cambiare. Non possiamo non notare la differenza dello stato dei treni francesi e quelli nostrani.
E ci chiediamo perche' siamo un popolo cosi' . Cosi' come ? Cosi', senza senso civico e senza rispetto per il bello.
Arriviamo a Pietra, si fa ala spesa e si sale a piedi, ma e' meno faticosa che salire al Matisse.Alla sera Zuppa di pesce.
24 ottobre martedi'
Sin dal mattino mando email al garage per sapere qualche cosa, ma nessuna risposta. provo a telefonare al numero di nizza ma risulta inesistente.
Finalmente al pomeriggio risolviamo il mistero: mentre dall'estero per telefonare in italia bisogna fare lo 0 prima del prefisso del distretto telefonico,
per telefonare dall'Italia in Francia lo zero non si deve mettere!. Quando sappiamo che i pezzi sono arrivati e che il camper e' finalmente pronto e' ormai tardi.
La giornata passa un po' ciondolando, ascolando musica .Facciamo on line i biglietti per il giorno dopo con partenza alle 6,17.
25 ottobre mercoledi'
E' buio fitto quando chiudiamo casa e scendiamo. Arriviamo a Nizza verso le 11 senza nessun controllo.
Notiamo che sul treno i controlli in ingresso sono fatti dalla polizia francese, quanto siamo entrati in italia non si era visto nessuno.
Memori della volta precedente questa volta vogliamo prendere i biglietti del tram ma litighiamo con la macchinetta distributrice prima di capire la sequenza perche' accetti le monete.
In questi casi ci si chiede sempre se si e' stupidi o se lo stupido e' chi ha progettato il sistema.
In garage una novita': il camper e' pronto ma il filo del freno ordinato non e' quello adatto. Morale il freno a mano della ruota di destra non funziona.
Rimaniamo basiti. Ma come ? E come facciamo a viaggiare con un camper cosi' senza freno a mano? Annullare tutto e tornare in Italia ?
Paolo pone la domanda magica al patron dell'officina che parla un po' italiano: ma lei se fosse noi cosa farebbe ? Io vado risponde.
Ci guardiamo neglio occhi. Ok ma alla prima difficolta' dietro front. Ci organizziamo gia' con i cunei a portata di mano per ogni evenienza. Ma non li useremo mai.
Sosta per il pranzo in una area attrezzata (in Francia sono tutte molo belle e frequenti)e scopriamo che non riusciamo ad accendere il gas. Una bombola e'
sicuramente finita, ma l'altra ? Io da fuori provo ma Paolo da sopra dice che il fornello si accende ma poi si spegne.
Arriviamo a Tolosa che e' ormai buio e il camping e' un po' fuori strada. Ma pazienza, in compenso i servizi sono da Hotel a 5 stelle
26 ottobre giovedi'
Dobbiamo fare spesa e cercare una bombola del gas. Ci indicano un supermarket. al solito un po' di avanti e indietro per trovarlo.
Il supermarket e' veramente gigantesco e vicino c'e' un posto per il ricambio delle bombole. La commessa non ci e' di aiuto.
Quando troviamo
una bombola delle dimensioni che puo' andare bene, ovviamente le filettature degli attacchi sono diverse.
Ripartiamo meta Bilbao. 442 km.
Contiamo di arrivare ancora con la luce perche' entrare nelle citta' col buio e' piu' problematico.
Il paesaggio e' molto bello e in lontananza i Pirenei si avvicinano. Quando entriamo in Spagna quasi non ci accorgiamo.
La prima differenza che notiamo rispetto alle autostrade francesi e' che, su quelle spagnole,o almeno basche, non ci sono aree di sosta ma nemmeno stazioni di servizio.
L'ingresso in Bilbao e' problematico perche' sbagliamo l'uscita. Paolo che fa da navigatore si incazza con maps.
L'area di sosta e' in alto in un bel posto panoramico ma i servizi sono, prosaicamente, essenziali.
27 ottobre venerdi
Dato il dislivello, lasciamo riposare le bici ePrendiamo il bus che ci porta nella citta' vecchia e a piedi lungo il fiume Nervion raggiungiamo il
Museo Guggenheim
il ragno di
Louise Bourgeois
Richard Serra The matter of Time Dentro a lamiere di ferro un po' disorientanti
Anselm Kiefer
Ecco Paolo in una sequenza alla Hitchcock
Andiamo a mangiare al Punjab Resaurante grazie ad un biglietto che invita al menu del dia a 9.95. Ovviamente oggi no.
Proviamo l'ordinazione alla cieca. Tutto sommato non male.
E' pero' arrivato di fare il punto della situazione e decidere il da farsi. Si inizia una focosa discussione.
Io sostengo che il Portogallo, dato che siamo al 27 e arriveremo per il 28 sera e dovendo essere di ritorno per il 5 mattina, contando
i 4 giorni tirati per ritornare in Italia, per visitare qualcosa del Portogallo rimangono solo il 29 30 e 31 cioe' di fatto 3 giorni.
Vale la pena di fare ancora 680+680 km per tre giorni, o non conviene cambiare itinerario? Paolo non e' convinto e rimandiamo la decisione mappe alla mano
Giriamo per la bella Bilbao dalla architettura molto interessante. Dante ci vivrebbe.
Facciamo spesa in un supermarket a due piani e torniamo al camping.
Si aprono le mappe e conveniamo che il Portogallo lo rimandiamo. Stendiamo un programma del rientro che convince tutti e ci inseriamo anche Marsiglia.
28 ottobre sabato
Iniziamo il viaggio di ritorno. La prima meta e' Burgos. 160 Km
Il campeggio e' all'estremita' di un bel parco. Prendiamo le bici e andiamo in centro.
Visitiamo la mega cattedrale che e' un tripudio di cappelle dentro cappelle
E vi e' persino tumolato El Cid Campeador
In una cappella nemmemo troppo in evidenza vi e' un quadretto: la Maddelena di Leonardo
Impieghiamo un po' a visitarla, poi facciamo un po' di corso con vetrine e Paolo si compra le sigarette.
Inizia a calare il sole e a fare freddo. Torniamo al camper.
29 ottobre domenica
Lasciamo il campeggio e posteggiamo. Siamo indecisi se visitare il museo dell'evoluzione o la certosa di Miraflores.
Posteggiare il camper non e' mai semplice percio' decidiamo per il museo e facciamo bene.
Tira vento e fa un freddo barbino, dobbiamo aspettare l'apertura.
L'ingresso e' gratis per gli over 65 la cassiera sgama Paola, ma lascia correre.
Partiamo alla volta di Saragozza.300 km
L'autostrada e' vuota ed il paesaggio molto bello. Lasceremo il Leon per entrare in Aragona.
la prima parte e' arida ma con colori caldi, poco a poco la pianura si trasforma nelle alture tipiche viste nei western all'italiana.
Infine distese di vigneti rossi e gialli
L'entrata in Saragozza e' al solito complicata anche perche' la via del campeggio non si trova sul tom tom.
Navighiamo a naso ma poi ci arriviamo. Paolo dorme
Il campeggio e' proprio fuori citta' ma c'e' un bus per la porta del Carmen. Tira sempre vento e fa freddo.
Ci vuole una mezz'oretta di viaggio.A piedi poi verso la basilica di
Nostra Signora del Pilar.
Qui la
spiegazione del PILAR
Non si possono non notare l'ostensione delle bandiere degli stati ex spagnoli, ma Portogallo e Brasile che ci fanno?
Si e' fatto buio ed e' ora di cena. avanti e indietro e poi entriamo nel primo che avevamo visto.
Sorpresa e' un ALL CAN YOU EAT alla spagnola con buona varieta'. Paolo si spara due piatti di dolci.
Ci ripromettiamo di tornare il giorno dopo. Ma... mai fare i conti senza l'oste.
Riprendiamo il bus e via al campeggio.
30 ottobre lunedi'
La meta della mattina e' il
castello dell'Aljaferia.
Per strada incappiamo nel museo d'arte moderna ma e' lunedi' quindi chiuso.
Eravamo un po' indecisi per via di un giudizio non entusista su internet. Ma si sa si trovano tante stupidate.
Anche se rifatto in gran parte, il restauro e' rispettoso ed e' un bel mix di architettura araba e spagnola.
Ancora in gita scolastica. Ma dai!
All'uscita ci dirigiamo verso il centro costeggiando L'Ebro (che scopriamo sfocia nel mediterraneo)
Entriamo nel mercato coperto in stile Liberty sperando in qualche sfiziosita'.
Troviamo solo banchi di verdura e macelleria a prezzi veramente bassi, c'e anche di baccala'. Ah quello del portogallo!.
Ci accontentiamo di un bar con tapas. Paolo legge El Pais e poi lo "mette" sul tavolo di dietro.... Che vuole quella e' anche brutta!
Puntiamo sul museo Goya.Ci sono alcuni suoi quadri ma soprattutto incisioni.
Al'uscita Paolo zoppica, gli fa male il gionocchio e decide di tornare al camper. Pazienza per l'ALL CAN YOU EAT.Ci dispiace ma che possiamo fare?
Aspettiamo le 17 e 30 pe visitare la Lonja che sarebbe il palazzo dei mercanti. La porta rimane chiusa e davanti non c'e' nessuno. Ma che ci vuole a leggere il cartello sulla porta?
Questo e' quello che non abbiamo visto
Decidiamo allora di tornare da Paolo per fargli compagnia. Scendiamo dal Bus per la spesa, all'uscita dal super prendiamo una strada laterale.
Dopo un po' non ci raccapezziamo piu' ma dove diavolo siamo finiti? Eravamo ben distanti.
31 ottobre martedi
Partiamo per Figueres, Casa Museo di Salvador Dali: 410 km
Quando arriviamo, a Paolo il ginocchio continua a far male e non se la sente di scendere. Entriamo che sono gia' le quattro.
La casa museo e' molto grande, noi siamo troppo analitici ed il tempo vola. Ci fanno uscire che abbiamo visto meno della meta'.
Indiscutibilmente Dali' sapeva dipingere e le sue installazioni sono in anticipo di parecchio sui contemporanei.
E' buio, ma sono solo le sei. Possiamo fare ancota un centinaio di chilometri e rientriamo in Francia.
C'e' molto traffico ed un sacco di TIR.
Posteggiamo in una area di benzina poco dopo Perpignan e Paolo memore delle esperienze si munisce di coltello e barrichiamo la porta.
1 novembre mercoledi'
Paolo continua a non camminare e decidiamo di saltare Marsiglia.
Partiamo in direzione Pont du Gard (195 km) per poi arrivare a Pietra Ligure in serata altri 410 km
L'autostrada e' particolarmente vuota. Poi realizziamo che e' giorno festivo.
PONT DU GARD e' un ponte romano ancora ben conservato. Il museo molto didattico dovrebbe essere d'esempio per i nostri!.
Arriviamo a Pietra che e' buio. Fuori dall'autostrada mi sposto a destra per via di un motorino che impreca per gli abbaglianti.
Siamo alti e ci sono i cipressi che sporgono sulla strada. Un colpo al fianco e lo specchietto di destra sbatte e si chiude contro la fiancata.
Cazzo ! proprio alla fine. Quando scendiamo non ho voglia di vedere se e' rotto. Rimando a domani.
Per fortuna era solo piegato!
Paolo ripartira' un po' zoppicante domani con bici e treno. Dante soppertera' una giornata di famiglia.
Ritorneremo a Milano venerdi' 3 sera per via di
un possibile blocco diesel 3.
Posteggio con qualche difficolta' il camper e carichiamo le due bici sul tetto ma si incastrano e toglierle sara' un po' complicato.
Bene fine della avventura. Bella anche se l'obiettivo iniziale non e' stato raggiunto.
Sara' per un'altra volta!