BUDAPESt
6 - 13 maggio 2025
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6 maggio martedi'
Ritrovo alla Centrale alle 10,30, Dante in anticipo!!
Partenza da Orio con RyanAir alle 13,15 A/R ca 97 a testa.
Si atterra con una leggera pioggerellina. Aeroporto molto grande.
Al centro informazioni conferma che i trasporti per noi Senior sono gratis. E vai!.
Cambiamo o non cambiamo in fiorini? Forse e' meglio di si'.
Il cambio sembra buono, peccato che non dicano e non c'e' scritto quanto prendono di commissioni.
Ladri! Ma noi sprovveduti! Non si impara mai abbastanza.
Il cambio ufficiale su internet dà 1 fiorino a 0,0025 euro.
ovvero 1 euro = 400 Ft pero' i botteghino la danno piu' alto anche a 419
Mediamente cambieremo 1000 fiorini per 2,75 €
Si prende il 100E per il centro quasi 40-50 ' di viaggio.
Lungo il tragitto manifesti di Zelenskij, Ursula e Weber, che incontreremo ovunque.
Non sembrano proprio filo UE. E la foto di Ursula e' impietosa.
Promuove una consultazione non vincolante sull'ingresso dell'Ucraina nelle UE.
Scendiamo in Deak Ferenk ter. Ampio centro logistico di Budapest, sara' il nostro riferimento per tutta la settimana.
Ter sta per Piazza o Largo e quel Ferenk e' stato un calciatore ungherese (antisoviet) classe 1922.
E' come se piazza Missori a Milano fosse intitolata a Giuseppe Meazza.
Ma no!, c'e' un omonimo Ferenc Deak, Politico dell'800.
Il primo impatto non e' proprio quello di dire: Ma che bella citta'. Vedremo.
Prendiamo la metro 1 gialla, la piu' antica d'Europa che ha mantenuto lo stile originario.
Scendiamo a Bajza utca , la percorriamo a piedi sino al n. 70.
Scopriremo che per muoverci e' piu' comoda la 72. Fermata proprio fronte casa.
Seguiamo le istruzioni per aprire il portone digitando un codice che memorizziamo.
Si entra in un cortile chiuso, un po' trasandato, peccato perche' se fosse piu' pulito e sistemato sarebbe bello.
L'appartamento e' a piano terra con chiave dentro un loker. E' ben arredato e confortevole.
Le foto su Airbnb non mentivano. Per una settimana paghiamo circa 185 € a testa.
Le finestre danno su un cortiletto con vista sul retro di una casa un po' fatiscente ma suggestiva.
Sistemati i bagagli andiamo a far spesa. Si individua un LIDL che sulla mappa sembra vicino, ma non lo e'.
La via in cui siamo e' deisamente residenziale ma poco piu' oltre diventa popolare.
Attraversiamo un tunnel sotto la ferrovia con "decorazioni" di linee rette obique sul pavimento
che da lontano producono un effetto ottico curvo.
Incrociamo una prima novita' (ma non per i pesaresi) una pompa per biciclette vicino al posteggio bici.
Il LIDL ha corsie strette ed e' molto affollato ma come altri supermercati i prodotti non sono molto vari.
E' tardi e facciamo solo meta' spesa bisogna andare al ristorante prenotato per le otto.
Meno male che c'e' Maps. Ma non e' facile orientarsi il primo giorno.
Il ristorante (etterem) si chiama Pipa ed e' vicino al mercato coperto.
Mangiamo bene, ottima l'anatra, per l'equivalente di 48 euro in due.
7 maggio mercoledi'
Prima tappa del giorno e' un sopralluogo alle terme Schezeny per capire come sono e come si entra.
Il tempo non e' un gran che e Dante, gia' riluttante all'idea, sconsiglia di andarci l'indomani come da programma.
Puntiamo alla piazza degli eroi.
Al centro c'e' la colonna del Millennium con intorno il complesso equestre con i 7 capi delle tribu'
che iniziarono a riunire le popolazioni magiare per formare
quella che sarebbe diventata l'Ungheria.
La colonna dovrebbe avere in cima l'arcangelo Gabriele (ma non c'e').
Non trovo una spiegazione della scomparsa: ristrutturazione?
Li' vicino c'è il museo Szepmuveszet ovvero il museo delle belle arti
Apre alle 10 e vi stiamo un bel po'. Altra bella sorpresa i senior anche stranieri non pagano!
Pero', altruista questa Ungheria! (a Praga si paga)
SU YOUTUBE Un Filamto dettagliato 1h 26'
QUI ALCUNE OPERE CHE MI HANNO INTERESSATO
All'interno una ricostruzione di una sala con stili misti, romanici, bizantini
Tanti pavoni: simbolo di eternita per la loro carne immarcescibile!
All'uscita, dato che dobbiamo completare la spesa ci dirigiamo verso una coop.
Anche qui delusione. Poca varieta'. Alla sera cucineremo in casa.
Pasta con un sugo gia' preparato (non male).
Rifacciamo grosso modo la strada del giorno prima riattraverssando il tunnel.
8 maggio giovedi'
Oggi la meta e' Buda con il bastione dei pescatori e il castello con la pinacoteca. Si sale con un piccolo bus.
Scopriremo che non e' necessario fare la scarpinata per salire, dato che il bus arriva sino in piazza.
Il Bastione non e' poi cosi' bastione, ma la vista sull'altra sponda del Danubio e' notevole.
Il blu del Danubio se lo sono sognati.
Tappa anche nella chiesa di Mattia che sembra tappezzata.
Ma in alcuni punti disegnata da Keith Herring
Avevo vista dento una bottiglia navi, case e altro, ma mai un altarino
in compenso la scritta in ungherese sul drappo è significativa: QUI NON C'E RESURREZIONE
che detto in una chiesa e' curiosa e inquietante.
Breve pausa osservando intorno.
Camminando verso il castello, vedo finalmente un sole (l'unico in tutta Budapest),
ma costa 26000 fiorini (70€): a malincuore rinuncio.
Entriamo nel castello,che di castello non ha nulla, in compenso ospita la Galleria Nazionale Ungherese.
Noleggiamo una audioguida e, seconda novita' ungherese, scopriamo che nel cartellino per ascoltare il commento di un quadro
vi è un QR che rimanda (per i sordi o per il political stupid degli ipoudenti) ad un video che spiega l'opera nel linguaggio dei segni.
Altra novita' ungherese (oltre alla pompa per biciclette) un box con chiavetta dove poter ricaricare i cellulari.
Iniziamo la visita da una Temporanea dedicata al pittore ungherese MS
del 1400 di cui non si conosce il nome ma solo il monogramma.
Il museo e' enorme, ci dedicheremo solo alle sale della pittura.
QUI ALCUNE OPERE CHE MI HANNO INTERESSATO
Verso le 14,30 rinunciamo agli altri piani decidendo di tornare un'altro giorno.
Scendiamo a piedi e incrociamo la funicolare arriviamo al PONTE DELLA CATENE che attraversiamo.

Puntiamo quindi verso la cattedrale di Santo Stefano.
In fila per i biglietti siamo indecisi se spendere quasi 30€ per salire sulla cupola. Anche no!.
L'interno è un pesante mix di stili con colonne rosso scuro e oro.
Su Tripadvisor una pletora di foto
Terminata la visita giriamo un po' nei dintorni e incappiamo in una fontana rettangolare con il perimetro a spruzzi
che quando si e' davanti si interrompe in un tratto per permettere di entrare dentro.
Alle spalle un monumento alle vittime dell'occupazione tedesca,
ma contestato perche' tace sulla complicita' dell'allora governo filonazista.
Ultima tappa della giornata la SINAGOGA DOHANY
Da lontano per le torri a cipolla l'avevo scambiata per una moschea.
Anche qui ingresso molto salato 30€ a testa. C'e' una visita guidata in italiano.
Mentre aspettiamo l'orario facciamo un giro nel museo. Nelle vetrine tipici oggetti del culto ebraico.
Ci accompagnera' una simpatica vecchietta, forse un po' andata, che racconta in un buon italiano
quello che ha imparato a memoria cercando di ripeterlo nella corretta sequenza, ma e' l'ultima visita cosi' la fa breve.
Nel cortìle le lapidi dove sono sepolte circa 3000 vittime morte di stenti perchè non avevano trovato riparo
nella sinagoga strapiena dei rifugiati del ghetto.
Nel cortile l'albero della vita, Le foglie con i nomi dei deceduti. Ma se ho ben capito si deve pagare per appendere.
Una lapide ricorda i 'giusti' tra i quali l'italiano Giorgio Perlasca
E' ora di cena e ci infiliamo in un cinese ALL CAN YOU EAT per la modica cifra di 17€ a testa e 10 di vino.
Buona scelta, infatti ci torneremo.
9 maggio venerdì
La prima tappa della mattinata la dedichiamo al quartiere ebraico
Ma di ebraico ha poco se non qualche reliquia come il limite del ghetto (un pezzo di muro dentro un cortile) che per vederlo si deve pagare.
Un monumento al diplomatico svizzero Carl Lutz cha a budapest riusci' a salvare ca 60000 ebrei dando loro documenti per espatriare.
Le ss chiuero non uno ma due occhi ricambiando i favori che Lutz aveva fatto ai tedeschi tra il '35 e il 45 contro gli inglesi.
L'altra sinagoga, quella di via Rumbach e' chiusa.
Vi sono altre 6 sinagoghe forse quella che avrebbe meritato uno sguardo è la Sinagoga di via Frankel Leó
sia per lo stile che per il contesto essendo immersa tra due grandi condomini.
Ci accontentiamo di un murales per nulla ebraico che celebra la stepitosa vittoria del 1953 dell'Ungheria per 6 a 3 contro l'inghilterra a Wembley.
Gli inglesi se la presero male e chiesero la rivincita. A budapest persero di nuovo per 7 a 1.
Un altro murale di una sconosciuta band che non si chiama Mienkitta (ma Locomotiv GT) che è il titolo di una canzone che recita:
Questo spazio è nostro perché siamo cresciuti qui.
Anche la casa è nostra, perché possiamo permettercela.
In giro case un po' cosi'.
Quello che ci siamo persi è il SIMPLA KERT uno spazio davvero alternativo ma apriva di pomeriggio tarda sera.
QUI LE FOTO
Concluso il giro prendiamo un tram che costeggia il Danubio verso sud per raggiungere il museo Ludvig che è un po' fuori citta'.
All'esterno una curiosa Ziggurat con salita a spirale.
E ci facciamo da bravi turisti le solite foto sceme.
il Ludvig e' un moderno complesso, inserito in un contesto di palazzi eleganti.
Scopriamo che il museo e' una solo una parte di una ampia fondazione con musei sparsi nel mondo
grazie ai soldi fatti da tale Peter Ludvig con la Ludwig Schokolade GmbH & Co vendendo cioccolata.
Ospita una interessante temporanea, decisamente didattica dal titolo FREQUENTLY ASKED QUESTION, ovvero domande sull'arte contemporanea.
Ad ogni opera e' posta una domanda per provocare una riflessione su forma, materiali, significato, intenzionalita etc.
Avrei comprato il catalogo, ma non c'era.
Riprendiamo il tram e poi con il bus saliamo al castello per cercare la biblioteca che vorremmo vedere.
E' ormai pomeriggio inoltrato e per cercarla, entriamo in un cortile a lato del museo, a destra
una appariscente fontana decorata con un gruppo scultoreo di cacciatori
Entriamo in un edifico, ma non e' li'.
Chiediamo ad un tizio e ci indica un edificio nel cortile adiacente dove stanno montando un palco.
Un custode ci ferma dicendoci che e' chiusa. Ci concede di fare una sbirciatina.
Vorra' dire che torneremo un'altra volta.
Riscendiamo in piazza e prima di andare al ristorante che avevamo adocchiato in mattinata
giriamo a caso e entriamo nel Városháza park per curiosare.
C'e' uno strano tavolo da ping pong curvo. Scopro che si chiama TEQBALL e non c'entra nulla con il ping pong.
Non ci sono racchette e si usa un pallone due contro due: QUI LE REGOLE
Il ristorante scelto è il PESTI KULACS ETTEREM si rivela una scelta pessima anche se il locale è carino e il gestore accogliente.
Chiediamo del vino rosso e ci porta una bottiglia ghiacciata. C'e' dell'altro ? NO! e va beh.
Ordiniamo un Gulash ma e' annacquato con poca carne e per niente saporito.
Poiche' era rimasta una po' di fame, chiediamo un piatto sul menu', ma non c'e'.
Allora optiamo per un fritto di verdure da dividere in due.
Il cameriere, che probabilmente e' anche il padrone per farsi perdonare ci porta un vassoio abbondantissimo
dicendo che è' per due ma pagheremo per uno.
Peccato che anche questo piatto sia mediocre. 20000 fiorini.
Scritta recensione (negativa e pubblicata) su Trip advisor.
A piedi per un tratto per poi prendere il solito 72 che ci porta a casa.
10 maggio sabato
Torniamo al castello per vedere l'ormai agognata biblioteca.
Sorpresa:
all'ingresso intuiscono che quella che vorremmo visitare non e' lì, nel castello di Buda, ma a Pest, e ci danno l'indirizzo.
Ormai siamo in zona e rientriamo (è gratis che ci frega...) nel museo per vedere i due piani che ci mancano.
Alcuni lavori interessanti ma nel complesso non sono proprio all'altezza di quelli del primo piano.
Interessante la mostra sui manifesti dell'art nouveau. Scopro che il primo a fare manifesti e' tale Jules Cheret
QUI ALCUNI QUADRI E POSTER DELLA MOSTRA ART NOUVEAU
Prima di uscire un giro sulla cupola con vista sul Danubio.

Si torna in centro, si pranza con un gelato.
E finalmente arriviamo alla Metropolitan Ervin Szabó Library.
Si paga per entrare ma decisamente suggestiva.
Leggere e studiare in un ambiente cosi' particolare deve essere molto piacevole.
Altra sorpresina ungherese:
In bagno un foglio con firma dell'incaricato della pulizia dei servizi ogni 2 ore.
All'uscita ci dirigiamo verso Váci Utca descritta dalle guide come una delle vie commerciali più eleganti di Budapest.
Di elegante ha solo le facciate dei palazzi in stili eclettici ma distratte dai negozietti di souvenir e dai tavolini dei bar ristoranti
Lungo il percorso, una strana scultura in un sottopasso, un manifesto da inviare a Marci e una pensatore alla Cardani.
In fondo alla via ci ritroviamo al mercato coperto. Che avevamo gia' visto
E' chiuso, ma sotto c'e' un Aldi e facciamo spesa.
Ceniamo a casa finendo anche gli avanzi. Dante dice di aver mangiato la pasta piu' buona degli ultimi tempi.
A casa, per la mattinata di domenica propongo di andare alle terme, dato che lunedi sono eccezzionalmente chiuse.
Ma Dante, adducendo un principio di raffreddore ed il tempo un po' nuvolo scattaiola (avevo intuito che sarebbe finita così)
Decido comunque che andro' lo stesso senza prenotare.
11 maggio domenica
Verso le otto vado da solo alle celebrate terme Széchenyi con la metro M1. Il tempo non è dei migliori ma non piove.
L'ingresso e' semplice e non c'e' coda da fare, il biglietto e' caro perche' costa l'equivalente di 34€.
Ti danno un braccialetto elettronico come biglietto che serve anche per aprire e chiudere un armadietto privato impostando una combinazione a piacere.
Gli spogliatoi sono in comune maschi e femmine, ma le cabine per spogliarsi sono funzionali:
per chiudere le porte si deve abbassare una panca.
Passo 3 ore e mezza alternando bagni , saune e relax room.
E pensare che c'era una SAUNA esclusiva per DANTE...
Tornato a casa ritrovo Dante che non ha messo il naso fuori. Mangiucchio qualche avanzo.
Ritorniamo in Piazza degl ieroi per il museo Műcsarnok ArtBox Ajándékbolt.
Pensavo fosse un museo di arte moderna,in parte lo è ma solo per mostre temporanee.
Ne ospita due.
e una dal titolo EXPERIMENTUM che propone una sintesi dell'arte sperimentale della Transilvania
negli anni Ottanta e Novanta attraverso le opere dei discepoli
di Pál Nagy (1921-1979) artista e insegnante ungherese.
Nel complesso nulla di particolare a parte un'opera che (forse) vorrebbe ricordare l'invenzione da parte dell'ungherese János Irinyi nel 1836
dei fiammiferi ma anche suggerire l'idea della accensione delle rivoluzioni proposta sia dall'immagine che dalle date sopra riportate.
Infatti il titolo è R-EVOLUTION (1980) di Ferenczi Karol
Un'altra opera materica e' dello stessoautore dal titolo Digested Informations del 1990
Comunque due lavori che rientrano nella mia idea di MEANINGFULL ART
Mi pare di capire che in Ucraina, Ferenczi sta a Rossi come Karoly sta a Mario.
La seconda mostra è del fotografo di moda Peter Lindbergh. Ottima resa del B/N
E ora? Come non si fa a non andare anche a vedere la via PAL dello scrittore Ferenc Molnar
Una storia che tanto mi aveva elettrizzato da piccolo.
Ma la via e' cortissima e non c'e' nulla che ricorda nè il libro nè l'autore.
Un po' deluso, propongo di andare a vedere le scarpe " sulla riva del Danubio.
Un'opera che ricorda il massacro di cittadini ebrei uccisi e gettati nel fiume.
Non riusciamo ad avvicinarci alla riva perche e' transennata per una amnifestazione che,
dato lo sventolare di bandiere con la stella di David, e' di ebrei.
Non riusciamo a capire lo scopo del concentramento, leggo sui volantini lo slogan: March for the living.
Scopriro' poi che è' una iniziativa internazionale periodica in memoria dell'olocausto.
E ora che facciamo? Proviamo ad andare a capire come raggiungere domani il Memorial Park, dato che la prima volta non ci siamo riusciti.
Attraversiamo il ponte delle catene e andiamo ad aspettare il tram sulla riva destra.
Aspetta che aspetta, un tizio ci fa capire che la linea e' bloccata dalla manifestazione prima intercettata.
Infatti vediamo arrivare sul ponte il corteo di gente, non pochi ma nemmeno tantissimi.
In testa un furgone dela polizia.
Una manifestazione ultra scortata, certamente per problemi di sicurezza,
penso non vogliono che si verifichino incidenti, data anche la situazioe a Gaza e filo Israeliana di Orban.

Poichè al cinese avevamo mangiato discretamente e abbontantemente, ci ritorniamo.
12 maggio Lunedi'
La meta della mattina è il MEMENTO PARK
Da quanto ho letto e' un parco con una raccolta di statue del periodo sovietico.
O meglio di quelle che qualcuno ha salvato dalla distruzione. Ma apre alle 10.
Ho scoperto che in realta' vicino alla via Pal vi e' , diciamo, un ricordo e precisamente un gruppo di statue
di ragazzi intenti a giocare a biglie proprio davanti alla scuola citata nel libro.
Li' vicino c'e' un centro commerciale. E tanto per tirare l'orario ci entriamo.
E uguale a tutti i centri commerciali ma i negozi sono quasi tutti chiusi.
Prendiamo la metro M4 per scendere al capolinea Kelenfold. Capisco perche' avevamo sbagliato l'altra volta.
Non si deve passare sopra, per arrivare alla fermata dell'autobus 150b che ci interessa, ma sotto.
Ma dov'e' la fermata ? Ci mettiamo vicino ad un cartello che lo indica. Ne passa uno ma non si ferma, e gira intorno alla piazza,
lo rincorro tagliandola. Per fortuna si ferma in un altro punto.
Il viaggio attraverso la periferia di Budapest è un susseguirsi di villini quasi tutti ben tenuti e qualcuno anche ricercato.
Quando scendiamo, facciamo fatica ad orientarci ma un signore ce lo indica, e' proprio li' vicino.
Di certo non e' una istituzione statale, perche' per entrare si deve pagare.
Dal Botteghino dove vendono souvenir comunisti non capisco se il tutto e' per nostalgici o a scopo didattico anticomunista.
Il luogo e' abbastanza grande e complessivamente con poche statue, ma significative.
Alcune curiosita': una cabina telefonica: al posto dell'elenco telefonico, delle schede numerate che pongono
un quesito di carattere storico-politico.Componendo il numero della scheda si sente la risposta al telefono.
All'esterno, di fronte al Memento, cio' che rimane della statua di Stalin alta 8 metri abbattuta nel 1956: gli stivali.
La statua era collata vicino all'attuale piazza degli eroi, non e' rimasto nulla.
Riprendiamo il bus e torniamo in centro e andiamo a piedi verso una zona che non avevamo mai persorso.
Arriviamo in un grande slargo con una stazione ferroviaria dalla facciata tardo ottocentesca.
Siamo un po' stanchi quindi torniamo a casa per una sosta.
Riusciamo per cena e andiamo nel ristorante scartato due giorno prima.
ROSTELYOS ETTEREM 12500 fiorini in due
Dante riprova il gulash e io il tanto pubblicizzato Langos. Molto meglio la pizza.
E' l'ultima serata. I soliti due passi a piedi verso la solita Deak Terenc Fer per il solito bus.
13 maggio Martedi'
Il volo parte alle 11 e 15.
Meglio essere in aeroporto un po' prima. Resettiamo e chiudiamo casa.
Il 100E parte dalla piazza che ormai è diventata la nostra base.
Ultime foto e ciao ciao Budapest.
PS meglio non farsi i selfie
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Qui alcune "cose" che non abbiamo visto o abbiamo perso o non abbiamo dedicato importanza.

Statua di Anonymus in the City Park of Budapest. Created by Miklós Ligeti in 1903

Ronald Reagan statua in Piazza della Libertà (Parco Szabadsag)

Nello stesso parco di regan, un belisco che commemora i militari russi della II Guerra mondiale.

Bedo House nel quartiere Lipotvaros, esempio di architettura Art Nouveau costruita da Emil Vidor

La sinagoga di via Rumbach, chiamata anche sinagoga Status Quo Ante

Simpla Kert, uno dei tanti ruin pub